La grande favorita ha detto addio al Qatar: al Brasile non basta un Neymar stellare, in semifinale ci va la Croazia di Modric. Una partita strana quella giocata tra i vice campioni del mondo e i verdeoro, che alla fine ha dato anche il verdetto più inaspettato. Un risultato frutto di mosse tattiche studiate e di una squadra che è riuscita ad incartare l’altra. È il capolavoro di Zlatko Dalić, CT croato che ha fatto scacco matto al professor Tite.
Brasile, non basta Neymar
Un brutto Brasile, poco brillante e soprattutto tanto impreciso. Lo è stato per tutti i tempi regolamentari, nonostante abbia avuto le occasioni per sbloccare il match, salvo sbattere sempre contro Livakovic. Meriti del portiere croato, certo, ma anche tantissimi demeriti dell’impreciso attacco verdeoro. Non ha brillato la stella di Vinicius, non hanno dato quello che potevano Raphinha e Richarlison e non è arrivato supporto neppure dalla panchina, con i subentrati che non hanno lasciato il segno.
L’unico segno verdeoro è stato dato da Neymar, la stella più lucente. Una partita da professore tra le linee, a dimostrare il suo essere qualitativamente di un altro livello. Un gol meraviglioso allo scadere del primo tempo supplementare, che ha illuso una nazione intera. I verdeoro crollano ancora sul più bello, come è sempre accaduto negli ultimi mondiali, nonostante una squadra di altissimo livello. È un fallimento.

Croazia da sogno: tre professori più uno
Per un fallimento brasiliano c’è un capolavoro croato. I vice campioni del mondo hanno reso possibile l’impossibile, con una partita tatticamente perfetta che ha permesso di fare scacco matto. Lavoro egregio di Dalić dalla panchina, ma anche esecuzione perfetta dei suoi ragazzi nel rettangolo verde. La regia, però, è stata dei tre professori del centrocampo. Dal sempre impeccabile Luka Modric, autore dell’ennesima gara perfetta, ai suoi colleghi Marcelo Brozovic e Mateo Kovacic, che hanno disputato l’ennesima prestazione sontuosa. Un trio che funziona perfettamente, fatta di calciatori complementari tra loro che abbinano qualità e quantità.

Ai tre tenori del centrocampo, però, si deve aggiungere anche un sontuoso Josko Gvardiol. Un baluardo difensivo di soli 20 anni, che fin qui è senza dubbio il miglior difensore del mondiale. Non fa più notizia Livakovic, che anche oggi ha parato tutto quello che poteva è che è stato premiato come MVP del match.

Un Brasile che piange, una Croazia che esulta. Piange Neymar, piange Casemiro, piange Rodrygo, Li consola tutti Luka Modric, grande uomo prima che grande calciatore. Ci aspetta un Croazia-Argentina da sogno.